di Pietro Villari, 2018. Tutti i diritti riservati.
Postato
il 12 Settembre 2018 in thereportersblog.com, trasferito il 19 Giugno 2020 in
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Ultimo aggiornamento 8 Dicembre 2018.
Giovani, fedeli al loro lavoro che con passione
svolgevano nello stesso commissariato, un’amicizia basata sulla reciproca
stima, sono deceduti alcuni giorni dopo aver contratto due differenti malattie
con rare complicazioni mortali. Specialisti di alto livello, per anni si erano
distinti in operazioni contro le cosiddette agromafie e nella
lotta allo smaltimento illegale dei rifiuti tossici e all’inquinamento delle
falde acquifere. La versione ufficiale parla di “tragica fatalità”, ma nella
popolazione vi sono perplessità che hanno dato il via a teoremi basati sulla
tempistica dei due decessi.
L’inquietante contenuto delle loro indagini, che
sembra stessero approfondendo, era trapelato nel corso di processi svolti negli
ultimi anni rendendo ben chiari anche particolari connessioni e affari
internazionali della criminalità organizzata siciliana. È su quelle
preziose basi investigative che anche la gente comune può riflettere e
comprendere l’esistenza di scenari criminali di massima pericolosità per la
pubblica salute, di attività illegali che si svolgono grazie all’esistenza di
una piramide affaristica ben radicata a livello regionale e nazionale
nell’ambito del Deep State europeo.
Se le indagini in corso rivelassero la presenza di
anomalie tali da potere ipotizzare l’assassinio dei due poliziotti,
bisognerebbe comprendere il motivo della presenza di modalità che non trovano
comparazione nella tradizione mafiosa ma in un livello specialistico più alto,
che in Italia appare attivo da alcuni decenni e difficilmente perseguibile.
E nella zona vi sono una decina di omicidi a tutt’oggi irrisolti, in un silenzio che urla giustizia e insistenti voci di pericolose sperimentazioni di tecnologie militari.
I decessi e le notizie sui
quotidiani locali
Sicilia nordorientale, Mercoledì 28 Febbraio 2018.
L’Assistente Capo di Polizia Tiziano Granata, 40 anni appena compiuti, muore di
arresto cardiaco nella sua abitazione del quartiere Sant’Anna, al confine tra i
paesi di Brolo e Piraino. Dalle scarne notizie riportate dai quotidiani locali
e regionali si tratterebbe della complicazione di una forma influenzale. È il
fratello a trovare il corpo privo di vita alla mattina del 1 Marzo, inquietato
dal fatto che sin dalla sera precedente non rispondesse alle chiamate
telefoniche dei parenti (1).
Si tratta di uno di quegli uomini appartenenti alle
forze dell’ordine che da alcuni anni combattono in prima linea nella lotta alla
mafia siciliana. Laureato in Chimica, aveva pubblicato le sue ricerche inerenti
al ciclo dei rifiuti e all’inquinamento delle falde acquifere in Sicilia, ed
era noto in ambito nazionale per il suo concreto impegno ambientalista. Circa
due anni addietro, nella notte tra il 17 e il 18 Maggio 2016, assieme ad altri
colleghi aveva risposto agli spari di malviventi nel corso di un agguato
notturno al Direttore del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci mentre con la sua
scorta stava transitando con l’auto di servizio in una remota località montana,
rientrando da un convegno antimafia. L’inchiesta, archiviata due anni dopo,
chiarirà trattarsi di attentato condotto da un commando formato da
cinque o sei uomini in tenuta mimetica, ma i mandanti e
gli esecutori restano a tutt’oggi ignoti (2).
Venerdì 2 Marzo 2018. Alla mattina dello stesso giorno
della morte di Tiziano Granata, un altro poliziotto di primo piano del
commissariato di Sant’Agata di Militello, il Capo della polizia giudiziaria,
Calogero Emilio (“Rino”) Todaro, di anni 46, veniva trasportato con urgenza
all’Ospedale di Taormina dall’Ospedale “Papardo” di Messina, ove era stato
ricoverato alcuni giorni prima per il veloce aggravarsi dello stato di salute,
una leucemia acuta. Morirà a poco meno di 48 ore dal decesso del collega e amico
(3).
Sembra che Rino Todaro e Tiziano Granata
partecipassero assieme a altri colleghi a delicate indagini, due differenti
filoni d’inchiesta affidate al loro Commissariato sotto la direzione del Vice
Questore Daniele Manganaro. Anche se attualmente coperte da segreto
istruttorio, è evidente che la squadra stava continuando l’importante lavoro
svolto negli ultimi anni, del quale sono filtrate notizie nel corso di processi
svoltisi negli ultimi anni (4).
Sia la Procura di Patti che quella di Messina, per
competenza territoriale in relazione ai luoghi ove sono avvenuti i decessi,
hanno immediatamente aperto due distinte inchieste e disposto l’autopsia dei
corpi e le analisi dei tessuti molli e del sangue. Avendo indagato in aree
inquinate da sostanze tossiche e considerate le cause di morte, particolare
attenzione è rivolta ai risultati degli esami tossicologici che richiedono
diverse settimane e sarebbero state quindi consegnate al magistrato non prima della
fine di Aprile. Contemporaneamente, accertamenti sono stati affidati al RIS, il
Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri (5).
A distanza di pochi giorni dai decessi, alcune notizie
vengono diffuse dal legale di fiducia della famiglia Granata (6).
Sappiamo così che sospettando una grave forma influenzale e in presenza di
febbre, il medico curante aveva prescritto alcuni farmaci anche al fine di
abbassare la temperatura.
Secondo un articolo apparso il 2 Marzo sul quotidiano
“la Repubblica” entrambi i poliziotti sarebbero morti dopo sei giorni di
malattia. Se questa allarmante tempistica nel contrarre e manifestarsi delle
due malattie fosse confermata dall’investigazione e dagli esami medico legali,
si aggiungerebbe una ulteriore rara coincidenza in questa vicenda. L’articolo
chiarisce che gli specialisti del RIS hanno escluso che nell’abitazione vi
siano segni di effrazione o di violenza e sono stati prelevati i medicinali e
gli altri liquidi trovati in casa al fine di condurre esami alla ricerca di
eventuali sostanze nocive (7).
L’autopsia condotta sul corpo di Granata non ha
rivelato anomalie e attribuisce l’arresto cardiaco a cause naturali, così come
quella eseguita su Todaro che stabilisce una morte sopraggiunta a conclusione
di leucemia acuta (8).
Le esequie dei due poliziotti sono state svolte
separatamente. Tiziano Granata il lunedì 5 Marzo, nella chiesa di Santa Maria
di Lourdes, nella frazione Gliaca di Piraino; Rino Todaro il Mercoledì 7 Marzo
nel Duomo di Sant’Agata di Militello, entrambe accompagnate dalla commossa
partecipazione della popolazione che in tal modo ha mestamente espresso non
soltanto il suo cordoglio, ma anche ringraziamento per il loro operato e
disperata condanna su quanto da alcuni decenni è costretta a subire nel terrore.
Le indagini svolte dai due
poliziotti
Indubbiamente, la quantità e qualità degli interventi
sul territorio effettuati dal polo investigativo coordinato dal Vice Questore
Daniele Manganaro, aveva suscitato speranza in quegli agricoltori e
allevatori locali costretti a subire le attività del crimine organizzato.
Le inchieste Discovery 1, Discovery 2 e Gamma
Interferon, i sequestri operati dalla Direzione Distrettuale Antimafia
(DIA) avevano portato alla luce i rapporti tra il business delle agro- e
ecomafie e i colletti bianchi che tengono in pugno il territorio, dove vi sono
“una decina di omicidi a tutt’oggi irrisolti accompagnati dalla marcia
funebre di un silenzio assordante” (9).
Ormai da molti anni la mafia dei Nebrodi ed in
particolare quella di Tortorici è al centro dell’attenzione di più procure
siciliane, anche per gli stretti rapporti d’affari che risultano intercorrenti
con i clan del territorio etneo e con le potenti famiglie calabresi affiliate
alla ‘Ndrangheta (10).
Nella sua squadra Daniele Manganaro può contare anche
su poliziotti figli degli allevatori vessati dalla criminalità, elementi fidati
e preziosi in quanto in possesso di una perfetta conoscenza sia del territorio
che delle sue problematiche. Così per alcuni anni, in diversi giorni di ogni
settimana la decina di uomini che componevano la squadra si dava appuntamento a
mezzanotte e ben equipaggiati contro il freddo intenso delle altitudini dei
Monti Nebrodi, con i fuoristrada raggiungevano località impervie alla ricerca
di latitanti, di macelli clandestini, di allevamenti ove era fatto largo uso di
medicinali illegali (11).
I giornalisti, ricorda il Vice Questore, li avevano
soprannominati “la squadra dei vegetariani”, in quanto “più
scoprivamo illegalità e più, uno dopo l’altro, abbiamo smesso di mangiare carne”.
Una dichiarazione che fa riflettere su quel che arriva sulle tavole non solo
siciliane, ma europee in quanto il problema va ben oltre il dato locale o
regionale (12).
E qui giungiamo a uno dei problemi che affliggono la
Sicilia, la filiera delle produzioni agroalimentari ottenute anche con l’uso di
farmaci provenienti dai Paesi dell’Europa Orientale e diffusi nella Comunità
Europea da una rete di criminalità organizzate che spesso controllano anche il
commercio degli alimenti. Le grandi distese di terreni demaniali affidati dallo
Stato ad allevatori e agricoltori sono così divenuti oggetto di forte interesse
di Cosa Nostra, in quanto permettono di ottenere ingenti finanziamenti dallo
Stato e dalla Comunità Europea. Un business miliardario che in Sicilia
avrebbe un valore superiore a quello della droga (13).
Nel settore degli allevamenti, ad esempio, gli uomini
del Commissariato di Sant’Agata di Militello avevano scoperto allevamenti e
mattatoi clandestini, nei quali venivano macellati anche animali provenienti da
furti o infetti, o le cui carni presentavano contaminazioni collegate all’uso
di farmaci illegali. Nel corso delle ispezioni trovarono sostanze medicinali di
provenienza estera contenute in flaconi, che sottoposte a accertamenti si
rivelarono note per sospetta pericolosità alla salute pubblica, in quanto si
ritiene che possano diventare cancerogene al momento che carni e latte vengono
commerciate. Oggetto di un fiorente contrabbando dall’Est Europa gestito dalla
criminalità italiana, il costo di questi medicinali è notevolmente inferiore
rispetto a quelli legalmente prodotti in Italia che recano simile denominazione
ma differente composizione. Inoltre, i poliziotti avevano trovato le
motivazioni della presenza in Sicilia di focolai di tubercolosi e di
brucellosi, malattie altamente trasmissibili non soltanto con il consumo di
carni non ben cotte, ma anche mediante la contaminazione del latte e alcuni
suoi derivati quali la ricotta (14).
I gravi problemi degli allevatori
siciliani
Gli allevatori italiani, o per meglio dire chi ancora
resiste nel settore di quella che fu la grande produzione e vanto nazionale di
latte, carni, salumi e pellame nazionale, sono da tempo sul piede di guerra per
i loro scarsi margini di guadagno, essendo oggetto di tasse e normative imposte
da logiche proprie della Commissione Europea. Gente che lavora duro da
generazioni, e che oggi la crescente crisi del sistema di mercato sta
costringendo a rivolgersi alle banche, a indebitarsi sino a finire stritolati
dalle metodologie dello strozzinaggio e dall’orrido meccanismo delle aste
giudiziarie.
In Sicilia, così come in gran parte del Meridione,
questo problema è ancor più esasperato dalla enorme diffusione dell’abigeato,
spesso eseguito dalla criminalità organizzata per azzoppare economicamente gli
allevatori, farli indebitare e costringerli a vendere la loro attività a basso
costo, o a diventare schiavi in casa propria, accettando di usare medicinali
illegali, a ospitare latitanti braccati dalle forze dell’ordine o nascondere
depositi di armi ed esplosivi. Come se non bastasse, anche in Sicilia come in
Campania, si presume che numerose località sede di attività agricole e di
pascolo siano ormai irrimediabilmente compromesse dalla vicinanza di quantità
allarmanti di rifiuti tossici imbucati, di corsi d’acqua e sorgenti ove il
livello di contaminazione è molto alto (15).
Vi è poi l’inquinamento ambientale più subdolo, quello
dovuto ai campi elettromagnetici creati non solo per esigenze nel settore delle
telecomunicazioni ma anche per sperimentazioni belliche, presenti in aree dove
si rileva la presenza di nascite di bovini, ovini e caprini con deformazioni
talora mostruose, un tempo molto rare.
In un simile desolante quadro ove lo Stato, diciamolo,
è talora il peggiore nemico o uno spettatore indolente, è ovvio che solo coloro
che sono affiliati alle organizzazioni criminali o in condizione di subordinata
connivenza attiva, hanno maggiori possibilità di sopravvivere ad una società
che non solo raramente li difende, ma che sembra perfino creare le condizioni
di indebitamento bancario e i vortici di fallimenti di imprese familiari frutto
del lavoro di molte generazioni.
È in questa desolante situazione di oppressione di
intere fasce sociali della popolazione che si inserisce l’opera coraggiosa del
Commissariato di Polizia di Sant’Agata di Militello, dove il vice questore
Manganaro trova di avere gli uomini giusti per tentare di risanare quell’area.
La sua squadra è composta da pochi poliziotti, i rinforzi non gli perverranno
mai, eppure riesce a svolgere un lavoro che resterà da esempio negli annali
polizieschi italiani. Non è quindi comprensibile il motivo per il quale, subito
dopo la morte di due dei suoi migliori collaboratori, egli chieda di essere
trasferito ad altra sede, ottenendo il Commissariato di Tarquinia, tranquilla
sede dell’Italia Centrale ove si insedia il 4 Settembre. I Sindaci dei Nebrodi
lo saluteranno con riconoscenza con una cerimonia dal tono mesto, accompagnando
la sua uscita di scena conferendogli una medaglia d’oro e un attestato di
civica benemerenza per meriti di servizio (16).
La “stagione dei veleni” del
Parco dei Nebrodi
Bisogna qui aprire una dolorosa parentesi sul trattamento
che nell’ultimo quarto di secolo in Sicilia è stato riservato a quanti,
svolgendo onestamente il proprio lavoro, finiscono per provocare gravi problemi
al “Sistema” affaristico locale. Dipendenti dello Stato e liberi professionisti
che anziché essere ammazzati nell’eclatante modo tradizionale, vengono
stritolati da ben congegnati meccanismi di diffusione di calunnie infamanti e
di depistaggi, creati su misura addosso a personaggi come Daniele Manganaro,
scomodi in quanto intralciano gli affari delle organizzazioni criminali e dei
loro protettori dal “colletto bianco”, contrastandone il potere sul territorio.
Una denunzia anonima, ovvero un dossier di sette
pagine viene inviato agli inizi del 2017 a tre procure siciliane (Messina,
Patti e Termini Imerese), oltre che al Ministero degli Interni, al capo della
Polizia e all’autorità Anticorruzione. Gli investigatori ipotizzano che
alla stesura del dossier abbiano collaborato più persone, non esclusi elementi
locali della polizia e della politica essendo centrato sui rapporti
istituzionali intercorrenti tra il vice questore, elementi politici del della
Sinistra, e personaggi della Commissione Parlamentare Antimafia tra i quali un
Senatore (17). L’attacco, come sempre in questi casi, ha lo scopo di
delegittimare attraverso il discredito, una vera e propria operazione tesa a
uccidere professionalmente l’avversario che è ben nota in Sicilia con il
termine dialettale “mascariamento” o, attraverso le cronache
giornalistiche, quale “stagione dei veleni” (18).
Il trasferimento del vice questore è stato accolto con
timore dalla popolazione locale succube della criminalità, anche perché dopo
gli strani decessi dei due poliziotti era subito intervenuta la segreteria
messinese del Silp-Cgil, il sindacato di Polizia, chiedendo di non vanificare
le speranze dei cittadini onesti e quanto sino a quel momento effettuato dal
polo investigativo del Commissariato di Sant’Agata di Militello (19). Si
spera così nell’invio di alcune decine di uomini di rinforzo, capaci non solo
di sostituire le gravi perdite subite, ma di espandere le indagini ad altri
filoni d’inchiesta. Anche la Pretura di Patti avrebbe avuto bisogno di un forte
rinforzo costituito anche da abili magistrati senza i quali le indagini
finirebbero in parte vanificate da inconvenienti giudiziari.
Da quanto si conosce, alla Direzione Generale di
Polizia sarebbero già state inviate diverse richieste di poliziotti desiderosi
di sostituire i colleghi deceduti e di continuare il loro lavoro con gli stessi
livelli di dedizione e professionalità (20).
I retroscena oscuri dei Deep
Events siciliani
Alcuni mesi addietro avevo accennato a quanto oggi
noto dell’esistenza di un network di poteri strutturati piramidalmente a
diversi livelli (regionale, nazionale e transnazionale), che anche in Italia
agiscono nella progettazione, organizzazione e esecuzione di Deep
Events finalizzati al mantenimento del massimo potere, quello
sopranazionale che si ritiene coincidente con il vertice mondiale dell’alta
massoneria (21). Le maggiori vicende recentemente avvenute in Sicilia
sono quindi da ritenere progettate, organizzate, e eseguite in funzione dei
tentativi di mantenimento o di cambiamento di questo ordine a livello locale
nell’ambito del processo di consolidamento dei rispettivi livelli operativi
superiori regionali, nazionali e europei.
È utile tenere a mente un dato fondamentale: per un
network Deep States (ovvero di governi-ombra) quale ad esempio
quello interno all’Unione Europea, le idee globaliste e
sovraniste sono come le due facce di una medaglia, due possibilità che il
potere sopranazionale adopera per organizzare e gestire lo sfruttamento
energetico a livello mondiale. Entrambi i vertici dei due schieramenti sono
fedeli allo svolgimento del Programma sopranazionale, e quindi al credo
massonico rivelato nelle Superlogge, recentemente note ai profani
con l’appellativo di Ur-Lodges (22).
L’Unione Europea, evidente risultato di una Entità al
vertice di questi centri superiori di potere, potrebbe anche sciogliersi per
necessità operative, ma il network Deep States e le sue
strutture satellitarie rimarrebbero attive adeguandosi alle nuove necessità.
Per comprendere l’attuale situazione siciliana bisogna
riferirsi alle rivelazioni fatte da numerosi collaboratori di giustizia, e in
particolare a quelle contenute nel “Memoriale Calcara”.
Era il 1992. Da diversi mesi un collaboratore di
giustizia stava rivelando al giudice Salvatore Borsellino vicende puntualmente
corredate di nomi, luoghi e date. Si tratta di Vincenzo Calcara, esperto factotum di
uno dei capi di Cosa Nostra alla quale è ufficialmente affiliato tramite
rituale riservato, e con simile procedura anche in una loggia massonica
siciliana ove svolge il ruolo di elemento di contatto.
Dopo l’assassinio del giudice Giovanni Falcone viene
eliminato anche il giudice Borsellino. Come non notare che si tratta di uomini
dello Stato legati da reciproca fiducia e amicizia che, come nel caso di Todaro
e Granata, tentavano di indagare livelli di potere molto al disopra di quelli
regionale ?
Essendo sparita l’agenda dove il giudice Borsellino
annotava elementi utili alle indagini, sarà il fratello Vincenzo a divulgare
on-line un “Memoriale” redatto e consegnatogli dal Calcara, contenente parte
delle dichiarazioni già rese (23). Si tratta di testimonianze di prima
mano, di grande importanza in quanto verificate da successive indagini della
magistratura siciliana, che svelano come l’Italia sia a quel tempo dominata
dalle attività di uno Stato-Ombra, del quale Calcara fornisce la denominazione
usata dai suoi componenti: Supercommissione nazionale.
Il collaboratore di giustizia ne chiarisce la
composizione senza rivelare i nomi dei quindici elementi, tutti di nazionalità
italiana. Si tratta di tre rappresentanti per ognuna delle cinque Entità
(gruppi di poteri che assieme compongono il sistema dominante) che Calcara
identifica quali “pezzi deviati delle istituzioni statali italiane, delle
istituzioni del Vaticano e della Massoneria, Cosa Nostra, Ndrangheta”
diretti da tre elementi prescelti tra questi e eletti a vita.
Pur essendo dotate di ampia autonomia, le cinque
Entità operano come un solo organismo “soprattutto quando ci sono
interessi finanziari e economici, condizionando così l’Italia a livello di
politica e Istituzioni” e che tra queste soltanto la Massoneria
costituisce “un potere fortissimo e chi gestisce il Potere in Italia deve
venire a patti” con essa (24).
Inoltre, come avevo già accennato in un precedente
post, “si ha motivo di ritenere che questa struttura sia ancora oggi
operativa, anche se adattata a nuovi equilibri internazionali al punto che gli
interessi vitali e il benessere della Nazione sono ormai divenuti secondari o
inconsistenti rispetto a quelli del programma del gruppo di poteri
sopranazionali” (25).
È questa importante base di
informazioni che ci permette di contestualizzare il sistema di potere siciliano
che sembra ristrutturarsi in base a nuove esigenze del vertice sopranazionale,
con un riassetto delle supremazie che inizia a palesarsi in un processo
di “normalizzazione” in corso in Sicilia. Attualmente non vi sono margini di azione
affinché l’Isola possa uscire da questa condizione di sottomissione al potere
sopranazionale, essendo la sudditanza dettata dalle pressioni esercitate dai mercati
finanziari sostenuti da poteri militari giunti a possibilità operative sino a
poche decine di anni fa inimmaginabili. Anzi, la situazione è in corso di
peggioramento essendo strettamente legata ai problemi strutturali regionali e a
gravi incombenze internazionali, in particolare all’incremento demografico
mondiale e all’avanzare della crisi energetica, entrambi ormai fuori controllo.
Appare quindi ovvio che, in un futuro non lontano, in
Europa oltre alla Grecia altre nazioni subiranno impoverimenti devastanti,
prosciugate dalle esigenze di poche nazioni altamente militarizzate. È
una nuova metodologia di conquista dove, superato il modello colonialista, la
forza militare fa da cornice e si giunge direttamente alla razzia legalizzata,
alla manifestazione della potenza distruttiva delle attività finanziarie
sopranazionali che dapprima condizionano e poi immobilizzano quel che resta
delle sovranità nazionali, impadronendosi delle ricchezze energetiche e
causando una immane strage tra la popolazione, come esotericamente
necessita ogni azione che comporta cambiamenti epocali.
Sin dall’indomani dell’Unità d’Italia, la mafia
siciliana non è mai stata una Entità indipendente, essendo sottoposta a regole
di collaborazione con le altre Entità presenti nel territorio (26).
Negli ultimi decenni è soggetta a condizionamenti derivati dalle esigenze del
potere sopranazionale, divenendo parte costituente del nuovo ordine mondiale.
Tuttavia, in casi in cui occorre la massima segretezza, la decisione di
uccidere uomini di primo piano appartenenti alle Istituzioni dello Stato può
forse essere decisa dal potere sopranazionale senza informare la
Supercommissione nazionale.
Per evitare di ricorrere, come avvenuto in passato,
alla eliminazione violenta di funzionari dello Stato che scuote e rende ostile
l’opinione pubblica, ormai da decenni in Sicilia i ruoli-chiave finanziari,
economici, politici, accademici e istituzionali vengono assegnati solo a
elementi affiliati alle maggiori famiglie massoniche, o a esterni la cui
affidabilità è accompagnata dalle dichiarazioni di garanti, solidi accordi o
dalla esistenza di prove documentali costituenti efficaci strumenti di ricatto.
Cosa Nostra in una superloggia massonica
tedesca
Per comprendere la gravità del problema dell’esistenza
di stretti rapporti tra massoneria e criminalità organizzata siciliana, basti
ricordare quanto emerso dalle recenti indagini svolte dalla polizia tedesca di
Karlsruhe (27). Gli investigatori hanno scoperto che un potente
capomafia di Gela (la stessa provincia dalla quale proviene l’ex Presidente
della Regione Siciliana, Rosario Crocetta) avrebbe inserito uno dei suoi uomini
fidati all’interno di una misteriosa superloggia massonica
tedesca. L’affiliato aveva per diversi anni superato “prove di
affidabilità” che gli avrebbero permesso di ottenere la presentazione
di un garante, oltre a versare cinquanta milioni di euro come quota di
accesso, una cifra che da sola costituisce una soglia di sbarramento
insormontabile per la maggior parte della popolazione mondiale.
Si noti che in questo caso il garante è un avvocato
tedesco che ha un importante ruolo nell’ufficio della Kriminalpolizei di
Colonia al quale il mafioso è presentato dalla figlia di questi (la donna
lavorava per la Kriminalpolizei di Düsserdorf), vi era quindi una connessione
tra elementi dei reparti speciali della polizia tedesca e la criminalità
organizzata italiana presente in Germania, che qui conterebbe non meno di 600
affiliati (28).
Da quanto rivelato dalle intercettazioni
investigative, l’affiliazione a questa Ur-Lodge massonica consentirebbe
notevoli opportunità agli iniziati, tra l’altro la possibilità di entrare in un
giro capace di avviare grandi investimenti in Europa, Nord Africa e persino in
Arabia Saudita. Sembra quindi che il capomafia di Gela abbia usato in
Germania un copione ormai ben collaudato in Italia, dove per avviare
un’attività imprenditoriale di alto livello bisogna avere a disposizione i
favori di tre poteri: massoneria, servizi segreti e criminalità organizzata
(che tuttavia possono essere fermati dal potere sopranazionale). Difatti, le
indagini condotte da un reparto di eccellenza della Guardia di Finanza, il
GICO, scoprono che nel Lazio il sodale del capomafia di Gela è un agente dei servizi
segreti italiani, arruolato dopo essergli stato riconosciuto un comportamento
eroico in Iraq, in occasione della strage subita dalla base militare italiana
di Nassiriya (29).
Il problema dello smaltimento illegale dei rifiuti
tossici europei imbucati in migliaia di località italiane o affondati nei mari
italiani, dell’inquinamento delle acque potabili e delle fasce marine balneari,
della tossicità dei prodotti dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca
venduti nei supermercati, l’inquinamento atmosferico comprese le
sperimentazioni di controverse tecnologie elettromagnetiche, il traffico dei
rifugiati considerati solo contenitori di pezzi di organi umani parcheggiati in
alberghi pagati dallo Stato ospitante o in centri di attesa, o rimpiazzi per
tutte le peggiori forme di criminalità e prostituzione: tutto questo è parte
del “business”, attualmente controllato dal network Deep States europeo che in
Italia è gestito dallo Shadow Government.
L’elezione dell’ex Presidente della Regione Siciliana,
Rosario Crocetta, era stata appoggiata con grande favore dalla Sinistra
italiana e acclamata in modo lusinghiero sulle prime pagine delle testate dei
maggiori Stati del Blocco Occidentale, ormai dominato dal potere
sopranazionale. Il ruolo di “Governatore” della Regione Autonoma Siciliana
è l’espressione del network di poteri regionali in accordo con
quelli nazionali e sopranazionali ai quali sono sottomessi (30).
Una delle priorità del Governo Crocetta coincideva con
quella ideologica del cosiddetto “nuovo ordine mondiale” di avviare
cambiamenti sociali, invertendo l’immagine stereotipata che costituisce
l’essenza della cultura autoctona e della sua organizzazione di potere,
cercando di chiudere le maggiori fonti di sovvenzionamento (in maggioranza
provenienti dai contributi finanziari statali e europei per l’allevamento e
l’agricoltura) dell’ala storica di Cosa Nostra ancora ben radicata nell’Isola.
Tra questi il territorio dei Nebrodi costituiva una delle priorità per i
cospicui giri di affari e l’impatto sulla popolazione e Crocetta aveva quindi
inserito un suo uomo di fiducia, Giuseppe Antoci al controllo dell’area in
qualità di Direttore del Parco dei Nebrodi, affiancandolo con forze di polizia
quantitativamente scarse, considerati gli obiettivi dell’operazione e la
vastità del territorio. Ciò nonostante, esse si sono rivelate al di sopra di
ogni aspettativa causando gravi problemi alla criminalità organizzata locale
sia d’immagine che finanziari (in particolare il taglio dei finanziamenti
comunitari e il traffico delle carni macellate illegalmente). Ciò ha avuto
pesanti conseguenze anche a livello politico, avendo il governo Crocetta
fornito Antoci e le forze dell’ordine di un protocollo che stabilisce nuove
regole per l’affitto dei terreni del parco, permettendo di escludere famiglie
tradizionalmente legate alla mafia, e quindi di non potere accedere agli
ingenti fondi comunitari per agricoltura e allevamento che precedentemente
finivano per finanziare attività illegali.
Agli inizi di quest’anno però la situazione politica
siciliana ha risentito dei cambiamenti avvenuti in quella statunitense che
ancora guida i Paesi del Blocco Occidentale. La Sinistra globalista è stata
scalzata dalle stanze del potere e sostituita da un governo sovranista che ha
destituito Antoci dalla carica di Direttore del Parco e trasferito il Vice
Questore Daniele Manganaro nell’Italia Centrale.
La morte dei poliziotti Tiziano Granata e Rino Todaro
ha preceduto di alcune settimane sia il previsto risultato elettorale e sia
l’udienza preliminare dei 46 imputati dell’inchiesta “Gamma Interferon”
per la quale si attendono ulteriori sviluppi.
La pista militare
Da quanto trapelato dall’attività investigativa di
intercettazione, appena appresa la morte dei due poliziotti i boss di Cosa
Nostra entrarono in agitazione, “chiedendosi chi fosse stato a ucciderli” e
iniziarono a condurre loro indagini “a tappeto” (31). Questo
comportamento evidenzia che per Cosa Nostra si tratta inequivocabilmente di
omicidi e che, fatto di considerevole gravità, qualcuno ha ignorato le regole
stabilite dalla Supercommissione nazionale. Il silenzio seguito alla vicenda è
davvero preoccupante, essendo comparabile a quello applicato ad alcuni
episodi sanguinari di un passato che si credeva superato, il periodo della “strategia
della tensione” degli anni 1960 e 1970 nella cui organizzazione recenti
indagini hanno dimostrato il coinvolgimento di militari appartenenti ai servizi
segreti dello Stato Italiano e stranieri.
Pensare a un progetto di profondo cambiamento degli
equilibri all’interno del Deep State nazionale, attraverso l’inizio di una
guerra interna per indebolire Cosa Nostra e in generale condurre a un forte
ridimensionamento soltanto della criminalità organizzata italiana è rischioso,
in quanto aprirebbe una fase di estrema instabilità del sistema di potere che
controlla l’Italia e di conseguenza anche dell’ordine pubblico. Bisogna quindi
chiedersi chi potrebbe essere il beneficiario dell’instaurarsi di un periodo
caratterizzato da attività destabilizzanti del Deep State nazionale, nel corso
del quale tutto sarebbe politicamente e militarmente possibile e
soprattutto accettato dalla popolazione pur di ristabilire l’ordine. Mettiamo
anche nel conto l’emergenza di nuove realtà criminali estremamente violente
quali le bande dell’Europa dell’Est e quelle africane che, avrebbero via libera
a una mattanza per sostituire le organizzazioni italiane in difficoltà (come
recentemente accaduto in alcune aree delle Campania).
È noto che un ridimensionamento della criminalità
organizzata italiana sarebbe apprezzato negli ambienti stranieri che intendono
condurre consistenti speculazioni nel territorio nazionale, seguite da forti
investimenti rilevando importanti infrastrutture e imprese a prezzi stracciati,
come sta accadendo in Grecia. In ambiente giornalistico si vocifera che siamo
ormai vicini alla cattura dei personaggi al vertice di Cosa Nostra e ne
sarebbero anticipazione i primi risultati dellle indagini attualmente condotte
sul controllo da parte di Cosa Nostra e N’Drangheta rispettivamente di una gran
parte delle Logge siciliane e calabresi che, come abbiamo visto, avevano anche
una partecipazione negli affari di una Superloggia della massoneria tedesca.
Ma allora chi trarrebbe vantaggio dalla presunta
uccisione dei due poliziotti del Commissariato di Sant’Agata di Militello se
nella zona tutto è controllato da un collaudato sistema di potere che non
ammette ingerenze ?
E nel caso si trattasse di omicidio, cosa ha condotto
la squadra del Vice Questore Manganaro a divenire preda di assassini capaci di
somministrare sostanze chimiche altamente pericolose, tali da portare alla
morte senza lasciare tracce ? Tutto questo anche considerando altamente
improbabile che professionisti, evidentemente sconosciuti nell’ambiente
criminale locale, siano potuti passare inosservati in quel territorio
rurale in un periodo di afflusso turistico pressoché nullo. Siamo innanzi al
caso di un killer insospettabile, che risiede localmente o che la
contaminazione sia avvenuta altrove ?
Vi è un altro grave problema che la Sicilia sta
fronteggiando recentemente, ritenuto collegato alla massiccia presenza
dell’occupazione militare statunitense. In particolare, è fortemente
sospetta la presenza di attività di sperimentazioni di potenti tecnologie che
sfruttano l’uso di energia elettromagnetica non convenzionale, i cui risultati
sono da alcuni anni evidenti soprattutto lungo la fascia costiera
settentrionale tra Palermo e Sant’Agata di Militello. Simili attività, sia
diurne che notturne, sono state segnalate anche in altre aree siciliane, dove
sarebbero state condotte esercitazioni militari statunitensi con tecnologie non
specificate che,on essendo state previamente informate le
autorità italiane, hanno gettato nel panico la popolazione locale. Alcuni
politici regionali hanno presentato interrogazioni parlamentari che ad oggi non
hanno ricevuto nessuna risposta, spingendo il noto programma televisivo
nazionale “Voyager” a dedicare alla situazione una intera puntata (32).
È molto probabile che questa emergenza fosse entrata
nel campo degli interessi investigativi della magistratura siciliana. Ma se
così fosse, chi ha diretto le indagini e cosa è stato scoperto?
Forse, a questo proposito bisognerebbe riconsiderare
le modalità di svolgimento della vicenda avvenuta nella notte tra il 17 e il 18
Maggio 2016, definita quale un attentato al Presidente del Parco dei Nebrodi ed
in particolare la stranezza del fatto che l’intero commando fosse in tenuta
mimetica, una espressione simbolica di appartenenza che non appartiene alla
tradizione di Cosa Nostra.
Simbologie, azioni paramilitari, probabili depistaggi,
diffusione in ampie aree del territorio siciliano di sperimentazioni di
tecnologie militari nocive alla popolazione, interessi di organizzazioni
criminali alloctone, la quasi totalità delle logge massoniche dell’Isola
controllate da Cosa Nostra, interessi stranieri a rilevare le infrastrutture
logistiche dell’economia dell’Isola, distruzione dell’imprenditoria locale, e
adesso anche strani decessi di poliziotti che indagano, il riassetto dei servizi
segreti italiani e le loro attività congelati per oltre sei mesi dal nuovo
governo italiano. Tutto questo è stato ignorato o trattato
marginalmente dai maggiori media, che hanno preferito dare ampia risonanza a
altri eventi e personaggi.
E se fossimo innanzi a pericolose sperimentazioni
militari straniere in Sicilia, eseguite con l’uso di tecnologie non
convenzionali, operazioni di intelligence e azioni sul
territorio condotte da forze speciali (sembra si tratti dei Navy Seals
statunitensi) (33)? Cosa intendono realmente fare le preposte
Istituzioni dello Stato per difendere non solo la popolazione, ma anche le
proprie forze dell’ordine dislocate nel territorio ?
In conclusione, vi sono segnali
allarmanti che l’avverarsi di un vuoto di potere al vertice di Cosa Nostra
potrebbe degenerare in una stagione stragista. A differenza di quella attuale
dove l’alto numero di morti è dovuta a vari tipi di inquinamenti del
territorio, paleserebbe anche aspetti di violenza sanguinaria mettendo in
ginocchio l’economia siciliana, a iniziare dall’importante filiera
turistico-culturale, innescando così fenomenologie speculative ancora più
incidenti di quelle attuali. Inoltre, dall’analisi emerge un aspetto
inquietante della presenza militare statunitense sul territorio siciliano,
costituita da operazioni e sperimentazioni che, nella totale mancanza di
informazioni, hanno raggiunto livelli tali da suscitare forti timori nella
popolazione.
Note
1 – Manuela Modica in Repubblica,
Cronaca di Palermo, 1 Marzo 2018 “Messina, muore un agente di scorta di
Antoci. La procura apre un’inchiesta” http://palermo.repubblica.it/cronaca/2018/03/01/news/messina_muore_un_agente_di_scorta_di_antoci_la_procura_apre_un_inchiesta_190116434/?ref=search
(Redazione) LiveSicilia.it,
1 Marzo 2018 “Poliziotto trovato morto in casa. La Procura apre
un’inchiesta” http://livesicilia.it/2018/03/01/messina-poliziotto-trovato-morto-in-casa-tiziano-granata-inchiesta_937456
2 – (Redazione) Giornalettismo.com,
19 Maggio 2016. https://www.giornalettismo.com/archives/2104469/giuseppe-antoci-agguato-mafia
(Redazione), Ansa.itSicilia, 11 Settembre 2018 “Parco dei
Nebrodi:archiviata inchiesta su agguato Antoci”
www.ansa.it/sicilia/notizie/2018/09/11/parco-nebrodi-archiviata-inchiesta-su-agguato-ad-antoci_da83e07f-ea2c-4875-8d2a-dade771f4010.html
3 – Manuela Modica in Repubblica,
Cronaca di Palermo, 2 Marzo 2018 “Messina, muore un altro poliziotto che
collaborava con Antoci”
Manuela
Modica in Repubblica, Cronaca di Palermo, 4 Marzo 2018 “Messina,
l’autopsia sull’agente di scorta di Antoci: nessuna anomalia”
4 – Alessandra Serio in Tempostretto.it,
5 Marzo 2018 “Oggi i funerali di Tiziano Granata, l’autopsia: no anomalie”
http://www.tempostretto.it/news/ecomafia-oggi-funerali-tiziano-granata-autopsia-anomalie.html
5 – Repubblica, 1
Marzo 2018, “Messina, muore un agente…”, art. cit.
6 – Manuela Modica in Repubblica,
Cronaca di Palermo, 6 Marzo 2018 “Messina, l’autopsia su Todaro: è morto di
leucemia”
https://palermo.repubblica.it/cronaca/2018/03/06/news/messina_l_autopsia_su_todaro_e_morto_di_leucemia-190584689/?ref=search
Alessio
Ribaudo in Corriere della Sera, 6 Marzo 2018, “La morte sospetta
dei ‘poliziotti vegetariani’ che indagavano sulle agromafie”
7 – Repubblica, 2
Marzo 2018, “Messina, muore un altro…”, art. cit.
8 – Tempostretto.it,
5 Marzo 2018 “Oggi i funerali di…”, art. cit.;
Repubblica, 6 Marzo 2018 “Messina,
l’autopsia su…”, art. cit.
9 – Luciano Armeli Iapichino
in Antimafiaduemila.com, 23 Marzo 2017, “In fatto di
mascariamento”
www.antimafiaduemila.com/home/opinioni/235-politica/64829-in-fatto-di-mascariamento.html
10 – (Redazione) Tempostretto.it,
30 Maggio 2016, “Mafia sui Nebrodi, 23 arresti. In manette anche il nuovo
boss di Tortorici, I nomi e il video”, si tratta di arresti effettuati
nell’ambito della operazione “Senza Tregua” coordinata dalla Direzione
Distrettuale Antimafia. Gli arresti furon eseguiti a pochi giorni
dall’attentato al Direttore del Parco del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci.
https://www.tempostretto.it/news/senza-tregua-mafia-nebrodi-23-arresti-manette-nuovo-boss-tortorici.html
11 – Corriere della
Sera, 6 Marzo 2018, “La morte sospetta…”, art. cit.
12 – Corriere della
Sera, 6 Marzo 2018, “La morte sospetta…”, art. cit.
13 – dichiarazione dell’ex
Sen. Giuseppe Lumia, già Presidente della Commissione parlamentare
antimafia dall’Aprile 2000 al Giugno 2011, in Giornalettismo,
19 Maggio 2016, art. cit.
14 – Corriere della
Sera, 6 Marzo 2018, “La morte sospetta…”, art. cit.
15 – Pietro Villari in Coscienzeinrete.net,
4 Aprile 2014, “Sicilia. Come trasformare una regione in discarica di
rifiuti tossici europei” La seconda parte dell’articolo pubblicata il 30
Aprile 2014
http://www.coscienzeinrete.net/ecologia/item/1909-l-affaruni-delle-bonifiche
16 – Serena Guzzone in
Strettoweb.it, 22 Agosto 2018, “I Nebrodi salutano il Vice Questore
Manganaro: il Poliziotto eroe di Messina che sventò l’agguato mafioso al
Presidente Antoci”
http://www.strettoweb.com/2018/08/manganaro-antoci-messina-nebrodi/743517/
(Redazione)
in Santagatainforma.it, 4 Settembre 2018, “Saluto ed
onorificienze al Vice Questore Aggiunto Manganaro”. http://santagatainforma.it/saluto-ed-onorificenze-al-vice-questore-aggiunto-manganaro/
Il 4 Settembre 2018 nel corso della cerimonia di commiato
organizzata dai Comuni dei Nebrodi al Vice Questore Manganaro vengono conferiti
una Medaglia d’Oro e un attestato di Civica Benemerenza.
17 – Francesco Viviano in “L’Espresso”,
21 Marzo 2017, “Agguato ad Antoci, le indagini sull’attentato le fa la mafia”
http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/03/17/news/caso-antoci-le-indagini-sull-attentato-le-fa-la-mafia-1.297422
18 – Il problema è stato
subito messo in evidenza da Luciano Armeli Iapichino in Antimafiaduemila.it,
23 Marzo 2017, “In fatto di mascariamento” art. citato.
19 – (Redazione) in Stampalibera.it,
10 Marzo 2018, “Il Sindaco di Sant’Agata di Militello: Il commissariato sia
intitolato ai poliziotti vegetariani” http://stampalibera.it/2018/03/10/messina-il-commissariato-sia-intitolato-ai-polizitti-vegetariani/#respond
20 – (Redazione) in Stampalibera.it,
10 Marzo 2018, “Il Sindaco di Sant’Agata di Militello…”, art. cit.
21 – Pietro Villari in The
Reporter’s Blog, 30 Luglio 2018 “Strutture operative transnazionali e il
network sopranazionale Deep States. Un criminologo nell’Arca di Noah”,
paragrafo “Crimine e potere sopranazionale”. Si rimanda a quell’articolo
per consultare le definizioni tecniche qui adoperate di Deep State, Deep
Events, e altre.
22 – dal tedesco “Ur” (originario,
primo) e dall’Inglese “Lodge” (Loggia) la corretta traduzione è
Superloggia. Nell’organizzazione piramidale massonica le Superlogge occupano
una posizione superiore rispetto a quelle comuni poste alla base. Vi sarebbero
diversi tipi di Superlogge a seconda della funzione e dell’orientamento
politico, economico, militare e iniziatico. Sono accomunate dalla condizione di
esclusività e di segretezza, dal credo sopranazionale e dall’essere
composte da appartenenti alla neo-aristocrazia mondiale (in senso pitagorico).
Si ritiene che siano le sedi dove vengono formulati, o esaminati, e quindi
approvati o rigettati, i Deep Events in grado di condizionare
la politica, l’economia e ogni altro aspetto delle Nazioni operando attraverso
il network Deep States e altre organizzazioni attivate a tali scopi. Queste
logge avrebbero avuto il potere di influenare tutti i principali corsi della
Storia dalla fine del diciottesimo secolo sino ad oggi.
23 – Vincenzo Borsellino,
in http://19luglio1992.com
Pietro
Villari in The Reporter’s Blog, Luglio 2018 “Strutture operative…”,
nota 16, art. cit.
24 – oltre che nel suo
Memoriale, Calcara ne ha parlato anche alcuni anni fa nel corso di una
trasmissione radiofonica.
http://spreaker,com/user/bordernights/border-nights-puntata-131-30.09-2014
25 – The Reporter’s
Blog, Luglio 2018 “Strutture operative…”, paragrafo “Crimine e
potere sopranazionale”, art. cit.
26 – È evidente il contributo
operato dalle massonerie nel corso del diciannovesimo secolo, ed in particolare
quella Inglese abbracciata da molti personaggi di spicco dello Stato Sabaudo,
nella trasformazione e controllo della Mafia banditesca nell’attuale “Cosa
Nostra” e nella formazione delle logge coperte riservate a personaggi eminenti
della società. In questa ottica si deve riconsiderare il risultato ottenuto dal
governo fascista inviando in Sicilia il Prefetto Cesare Mori e reparti di
Carabinieri per sradicare la Mafia dalla Sicilia. Effettivamente, debellando le
ultime roccaforti dell’antico potere mafioso banditesco e proletario determinò
lo strapotere dei “colletti bianchi” che trovavano nell’appartenenza alle Logge
Massoniche la certezza di un indissolubile sodalizio e di gravi punizioni per i
trasgressori. Per quanto decretate illegali dal regime fascista, le logge
massoniche erano presenti e attive in ogni città siciliana e in molti centri
minori.
27 – Floriana Bulfon e Giulio
Rubino in L’Espresso, 22 Gennaio 2018 “La mafia è un modello da
esportazione: così le cosche si sono radicate in Germania”
http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/01/16/news/la-mafia-e-un-modello-da-esportazione-cosi-e-sbarcata-in-germania-1.317090
28 – Floriana Bulfon e Giulio
Rubino in L’Espresso, 22 Gennaio 2018 “La mafia è un modello…”
art.cit. I dati riportati dai due giornalisti provengono dalla
polizia tedesca e comprendono gli affiliati di Cosa Nostra, N’Drangheta e
Camorra.
29 – Floriana Bulfon e Giulio
Rubino in L’Espresso, 22 Gennaio 2018 “La mafia è un modello…”
art.cit. Nell’Ottobre del 2017 il capomafia di Gela, e i suoi due
sodali del Lazio e della Germania sono stati arrestati dal Gico di Roma,
tuttavia sarebbero state perse le tracce dell’avvocato tedesco, elemento
fondamentale per conoscere i nomi degli affiliati e gli affari della
superloggia tedesca.
30 – all’indomani
dell’elezione di Rosario Crocetta, in quel momento potente uomo politico messo
al vertice della Regione Siciliana per volontà dei poteri nazionali, avevo
dedicato due articoli ospitati da un sito on-line siciliano. Il primo è datato al
12 Novembre 2012 dal titolo eloquente in tempi non sospetti “È questa
l’antimafia di Crocetta, neo governatore di Sicilia ?”. Il secondo venne
pubblicato il 23 Novembre 2012, era ancora più incidente: “Solve et Coagula:
la Sicilia e l’illusione di un progressismo democratico ‘rivoluzionario’ ”
(articoli ripubblicati su thereportersblog.com rispettivamente il 5 Dicembre e
il 6 Ottobre 2018).
31 – “L’Espresso”, 21
Marzo 2017, “Agguato ad Antoci, le indagini…”, art.cit.
32 – “Voyager”, trasmesso il
29 Maggio 2014 con il titolo “Avvenimenti inspiegabili in Sicilia” nel
corso del quale è stata avanzata l’ipotesi della sperimentazione di tecnologie
non convenzionali, probabilmente armi militari di distruzione di massa, basate
sull’impiego direzionato a distanza di grandi quantità di energia
elettromagnetica, che sembra possano indurre gravissimi danni alle popolazioni
e al territorio. https://www.youtube.com/watch?v=G3QemkvUC4Y
33 – in “Voyager”, 29 Maggio 2014, “Avvenimenti inspiegabili…”, video citato.