La Tecnocrazia e il Sistema di Potere in Sicilia. Parte I. Nozioni introduttive: attraverso la morte delle sue creature celebra sé stesso e si rigenera.

Autore: Pietro Villari, archeologo e naturalista. 2019, tutti i diritti riservati, 2019.  

Pubblicato on-line il 17 Aprile 2019 (http://www.thereportersblog.com, sito non più disponibile). Trasferito il 19 Giugno 2020 su The Reporter's \Corner https://www.thereporterscorner.com/2019/04/la-tecnocrazia-e-il-sistema-di-potere.html

 

In Sicilia è ormai evidente come il potere stegocratico abbia, negli apparati amministrativi della cosa pubblica, l’allevamento di parte dei candidati preposti ai vertici governativi regionali e statali, tenendoli sotto osservazione per decine di anni, proteggendoli oppure rallentando o bloccando le loro carriere quando ritenuti non affidabili a svolgere le mansioni di esecutori alle quali sono destinati. L’affiliazione a comunioni elitarie quali il Rotary e la massoneria costituisce un ulteriore passo in avanti di questo iniziale processo formativo, purché sia accompagnata da continue prove che rivelino le necessarie qualità attitudinali, confermate nel lungo esercizio del potere nei ranghi dirigenziali inferiori e medi privo di errori giudicati incompatibili (1)

Quanti prescelti a coadiuvare il vertice della piramide del potere, invece, non vengono esposti al rischio delle connivenze attive nel quale spesso incorrono i burocrati. Sono quindi avviati in percorsi formativi di eccellenza, in settori altamente strategici dello Stato e dei poteri sopranazionali che lo dominano. Si tratta di titolarità conseguite in speciali Istituzioni pubbliche e private, poco o affatto note alla massa.

Ma qui ci occupiamo di elementi destinati a essere esposti (visibili e sacrificabili) alla popolazione quale potere “di facciata”, in realtà appartenenti a quella che può essere definita quale l’interfaccia posta tra ciò che è “massa” e la stegocrazia che, per definizione, è segreta e “invisibile”.

Cenni sul contesto magico-esoterico

Il recente tragico decesso di un componente della fascia alta della tecnocrazia al servizio del sistema di potere siciliano, permette di effettuare alcune riflessioni sulle modalità di commemorazione effettuate dai sodali del defunto (2).  

Focalizzare le evidenze di questa attività, svolta dal potere nell’ambito di criteri di controllo della società, è di pubblico beneficio in quanto si tratta di prassi manipolatorie delle quali poco o nulla è noto alla popolazione, pur essendone questa in gran parte destinataria. Esse sono organizzate con il fine primario di esaltare l’importanza dell’intera struttura di Potere, accrescendo nell’immaginario collettivo la convinzione che essa sia costituita da individui dotati di qualità che hanno sovrastato la norma anche per dedizione altruistica e eroica abnegazione. Con la loro morte essi permettono al Sistema dominante (3) di celebrare i rituali e i cerimoniali del perpetuarsi del potere, dei suoi simboli e miti, affinché rinnovando le schiere l’ordine resti immutato.

Da ciò deriva la necessità di garantire il mantenimento di un ordine che, per facilitarne la comprensione, viene proposto fortemente esemplificato, mediante l’immagine di una piramide con vertice tronco, la sommità distaccata per descriverne la condizione soprannaturale, o resa invisibile (4). Essa è una espressione geometrica, quindi sacra agli iniziati, ed entro l’area dove opera quest’ordine, le popolazioni sono sottoposte alla guida di una “aristocrazia” (5).

Nelle società iniziatiche e in quelle tradizionali l’emergere degli “aristoi”, trova fondamento in un sistema meritocratico quale manifestazione di una volontà soprannaturale. Il credente identifica il piano terrestre quale il luogo dove la sua esistenza coincide con un percorso ciclico di espiazione della condizione profana, scandito da riti di passaggio di ogni arco vitale. Tuttavia, in quanto rivelatogli dalla fede, ritiene che in punto di morte egli possa  sottrarsi a questo destino, purché abbia trascorso sufficiente tempo della sua esistenza consacrandosi con successo alla conoscenza (“iniziando” da sé stesso), al bene e alla contemplazione che armoniosamente unisce al Tutto (6).

Alle masse moderne, invece, essere sottoposte a questa casta che domina ogni aspetto della vita pubblica e influenza anche quella privata, appare quale una condizione di ineguaglianza sociale fondata sullo sfruttamento delle classi “basse”, deboli, a beneficio delle forti, incuranti del fatto che ogni semplice cittadino si trovi nell’impossibilità di sfuggire a un tale sistema. Quel che appare ovvio al profano, è l’esistenza di un network di poteri in lotta tra loro per appropriarsi delle ricchezze del pianeta tramite lo sfruttamento delle nazioni, che trova nell’autoreferente fede dogmatica il fondamento dei suoi diritti elitari e primatisti. Questa crescente presa di coscienza rappresenta un pericolo per il potere dominante, che reagisce con una imponente e quotidiana attività di manipolazione psicologica delle masse, operata da un apparato costituito da organismi statali e privati, in particolare con strutture di controllo informative e di comunicazione.

La morte prematura di un componente di un gruppo del potere dominante siciliano (7), deve necessariamente essere presentata alla popolazione non solo quale un sacrificio (dal Latino sacrificium, composizione di “sacrum facere”, rendere sacro) del defunto devoto al bene della nazione, ma anche come una grave perdita che induce al terrore di un futuro incerto, una sensazione di vuoto e di pericolo per l’intera comunità. Ciò ha la preventivata conseguenza di provocare lo stringersi di questa attorno a quel potere autoritario che in realtà la opprime, consolidandolo e fornendogli nuova forza per dominare.

D'altronde, come tutti i suoi sodali, l’alto tecnocrate è giunto alla morte prematura (quella che pochi sanno riconoscere quale indotta), con la consapevolezza dei benefici e dei pericoli ai quali sarebbe andato incontro nel partecipare alla tavola imbandita alla quale, dopo decenni di connivenze attive, gli era stato consentito il privilegio di accedere in Sicilia. Far parte di un gruppo di potere significa accettare le regole stabilite da coloro che hanno circoscritto, anche in termini magico-esoterici, lo spazio nel quale esse hanno validità (8).

La tecnocrazia al governo

Dovrebbe ormai essere superfluo ricordarlo: dopo ogni elezione, i politici eletti in Sicilia possono mantenere solo una minima parte di quanto promesso nel corso della campagna elettorale (9). La conseguenza della sistematica perpetuazione di queste frodi, che rimangono puntualmente impunite è stata una graduale diminuzione dei votanti che non ha precedenti nella storia della repubblica italiana, un rifiuto in toto di natura delusionale che ha ormai colpito quasi metà della popolazione. Potenzialmente questa massa costituisce un pericolo anche per se stessa, in quanto la storia dell’Umanità rivela come l’insofferenza verso un governo possa essere facilmente manipolata nell’incuranza di effetti devastanti e talora imprevedibili.

Per cercare di guadagnare credibilità e per diminuire, ripartendolo anche su altri gruppi di potere, il peso di questa situazione politica prossima alla concretizzazione di dolorose derive eversive, negli ultimi decenni coloro che finanziano e condizionano le attività dei partiti hanno deciso di porre l’incarico di svolgere ruoli politici nelle mani della tecnocrazia nazionale, ovvero di alti dirigenti statali e regionali. Si tratta di un fatto allarmante, in quanto in una società sana il politico rappresenta il libero cittadino, che sceglie le modalità di assunzione dei manager pubblici indirizzandone le attività anche in base alle loro attitudini e esperienze professionali. Per dirla breve, quando il tecnocrate si traveste da politico si è innanzi a una fase di consolidamento del potere autoritario, ove il meccanismo di funzionamento non ha più bisogno di guarnizioni “democratiche”.

Non sono pochi oggi a chiedersi se la tecnocrazia consoliderà questo suo attuale ruolo di dirigenza di facciata dei partiti del futuro o se piuttosto costituirà una fascia dirigente del “partito unico” al potere. Partendo dalla tenue possibilità che l’esistenza dei partiti possa continuare ad avere un senso e uno spazio in un prossimo futuro, la risposta può essere trovata nella identificazione di un profondo cambiamento avvenuto negli equilibri dei poteri sopranazionali e transnazionali, e quindi nell’assetto del Blocco Occidentale e in particolare dell’Europa (10). In Italia ciò ha causato ripercussioni tutt’oggi in corso, soprattutto nella frammentazione della ridefinizione degli equilibri di forza all’interno di ognuna delle cinque Entità che costituiscono il potere dominante a livello nazionale e regionale. Gli effetti di questa lotta che avviene a tutto campo sono da anni quotidianamente presentati dai media, anch’essi parte di questo fenomeno. Gravemente compromessi il potere religioso e quello massonico, screditati i partiti e i servizi segreti, posti sotto totale controllo i maggiori mezzi di informazione, come prevedibile sono rimaste solo parti della tecnocrazia e delle forze militari a costituire una autorità governativa ancora schierabile dalla stegocrazia (11). Siamo innanzi a una situazione che non è limitata all’Italia, ma in corso di svolgimento in molte altre nazioni, evidentemente programmata nell’ambito di necessità operative che ripongono nella forza militare maggior fiducia che nel dialogo politico.

D’altronde, se il potere economico-finanziario soprannazionale (del quale fa ormai parte il network Deep States) volesse esercitare una presa diretta sulle masse, totalitaria, avrebbe bisogno soltanto di tecnocrati e di militari. Basterà attendere le future innovazioni tecnologiche in materia di intelligenza artificiale per giungere, entro il secolo, al dominio stegocratico realizzabile senza l’ausilio di quelle ultime classi sociali d’interfaccia, la cui devozione è storicamente sempre risultata tragicamente inaffidabile.

La casta tecnocratica siciliana

In Italia, divenire un alto funzionario dello Stato è garanzia di una quantità di benefici che non trova confronti in altri Paesi del Blocco Occidentale, con l’eccezione dell’apparato tecno-burocratico della Comunità Europea e delle élites militari che lo proteggono. Mentre parte della popolazione è ormai in condizione di sopravvivenza o di povertà estrema, questi ceti dominanti vivono nel privilegio dell’abbondanza, al punto che sono state adottate definizioni quali “Nomenklatura”, “la Casta”, e “boiardi di Stato”, per esprimerne anche i caratteri comportamentali più scandalosi e arroganti. Personaggi dediti al raggiungimento di ricchezze a discapito della comunità, dove abuso di potere e estorsione sono attività ampiamente diffuse e scarsamente perseguite quando condotte ai danni della popolazione inerme. Una fascia sociale oligarchica che si comporta come se fosse legalmente autorizzata a vivere scambiandosi favoritismi e protezioni in un onnipresente stato di omertà. A differenza della massa, la prole dei boiardi riesce a trovare ben presto non soltanto un lavoro, ma anche una collocazione sociale che perpetua spesso quella dei genitori, quasi fosse un assodato diritto di discendenza.

Nella regione autonoma siciliana questo squallido paesaggio sociale è ancor più accentuato. Al parente o all’amante dell’oligarca si concede di percorrere una carriera protetta nell’amministrazione pubblica, che può portare ai vertici solo personaggi scelti tra quelli come lui. Non stupiscono, quindi, i frequenti casi dei figli che divengono professori universitari come i loro genitori, l’archeologo soprintendente ai beni culturali che subentra al padre archeologo soprintendente ai beni culturali, nella stessa regione, nella stessa soprintendenza, attorniato dai figli e dai nipoti dei suoi sodali, e sembra ben plausibile supporre che possa giungere a sostituire il padre persino nella stessa loggia massonica coperta, dove lo aspettano i confratelli del padre e i loro parenti.

Nessuno ha ormai il coraggio di protestare, terrorizzato dalla certezza di avere impartita una grave punizione, di essere escluso dalla posizione sociale raggiunta, di perdere il lavoro o persino di una promessa di lavoro in un futuro remoto, e soprattutto di essere colpito dagli immancabili meccanismi di difesa del sistema di potere, sempre caratterizzati da operazioni dirette a screditare e quindi delegittimare con metodologie “a tappeto”, che possono spingersi sino ad impartire la morte sociale che sopravviene a sigillare questi casi. Si tratta di un gravissimo crimine sociale poco o affatto affrontato dai media, in quanto creato a uso e consumo del potere dominante, dove le vittime divengono uno spaventevole pubblico esempio e monito di efficace deterrenza. 

Così, i “protetti” della casta che rigano dritto e divengono i prescelti, portano nelle cordate politiche tutta la loro esperienza tecnica profana assieme a quella conseguita nel corso della militanza massonica: il rispetto delle regole che costituiscono quella fratellanza aristocratica. Le indagini dirette dalla magistratura hanno rivelato che in questi ambienti possono crearsi solide collusioni, importanti affari imprenditoriali e coperture di personaggi appartenenti agli apparati statali di controllo. Aggregazioni dove il denaro tangentizio e l’assunzione di ancora maggiore potere costituiscono talora la finalità primaria degli affiliati, giungendo inevitabilmente a posizionare questa tipologia di loggia riservata (“coperta”), superiore, nell’ambito della rete nazionale Deep State e in alcuni casi in quella soprannazionale (“superloggia”) (12).

Il pericolo per questi prescelti è quello di invischiarsi nelle guerre tra cordate rivali, in vendette trasversali dove, anche se molto raramente, può accadere di essere estromessi drasticamente dal gioco. Per questo motivo il passaggio di consistenti somme di denaro derivato dalla corruzione, viene operato mediante coperture di strutture transnazionali che rendono estremamente difficile la rintracciabilità.

La loggia coperta può anche agire quale un sistema che garantisce massima sicurezza nelle progettazioni e aggiudicazioni di appalti, di impegnative operazioni finanziarie, fornendo l’assistenza dei propri affiliati affinché tutto fili diritto, dalle necessarie autorizzazioni di natura politica e burocratica sino agli accordi con la criminalità organizzata, dall’interesse dei media e persino delle forze dell’ordine e della magistratura (13). In cambio, la loggia riceve somme di denaro che in parte sono reinvestite in attività di vario tipo e spartite tra i soci; posti di lavoro per i loro protetti e altri benefici a titolo privato quali sconti in alcuni grandi alberghi, ristoranti, compagnie aeree e crocieristiche appartenenti a personaggi dell’ambiente massonico. Questi benefici minori sono spesso accordati anche agli affiliati delle logge regolari.

Uno degli esempi di nepotismo messo in atto dai boiardi di Stato è recentemente emerso dall’inchiesta sul cosiddetto “Sistema Montante”, dove sembra sia stato scoperto un meccanismo illegale attraverso il quale magistrati, alti ufficiali delle forze dell’ordine e alti dirigenti della Regione Siciliana, avrebbero fatto assumere loro parenti dall’organizzazione in cambio di favori (14).

La missione salvifica dei tecnocrati approdati alla politica

Chiunque abbia voglia di consultare le dichiarazioni rilasciate dai politici siciliani nel corso degli ultimi trent’anni, non importa a quale partito appartengano, avrà modo di notare la costante presenza di uno schema di drammatizzazione della situazione politica, sociale e economica. Espresse con veemenza, queste “esternazioni” hanno lo scopo di proporre il politico che le espone quale una luce salvifica, da seguire e sostenere a beneficio della massa e del singolo cittadino. Nel teatrino mediatico del regime, si può osservare un periodico ricambio di politici (soprattutto dei parvenu privi di valida formazione), che nascono quali nuovi eroi del popolo che a parole combattono il vecchio sistema corrotto, e che scompaiono nell’oblio generalmente demoliti da scandali. Anche qui vige l’attuazione di protocolli operativi di manipolazione finalizzate a indirizzare la visione del mondo delle masse e quindi i comportamenti sociali e politici in base alle esigenze del potere dominante. 

La prima preoccupazione di un politico al quale è stato affidato un incarico governativo, è quella di circondarsi di tecnocrati di alto livello la cui reputazione non sia stata ancora gravemente infangata e di ottenere la loro fedele collaborazione in cambio del potere e dei privilegi concessogli. Il grado di affidabilità di questi personaggi è determinato da anni di lavoro trascorsi nella pubblica amministrazione, in costante connivenza protetta dai loro veri padroni. Si tratta di una fascia di elementi definibile “pretoriana”, dalla quale possono emergere i tecnocrati da inserire nella soprastante fascia politica governativa. 

A causa della loro formazione pragmatica, i tecnocrati inseriti nella compagine di governo con ruoli politici, si distinguono per la forte carenza di rispetto verso quel che considerano il problema della sovranità popolare. Come se la dottrina politica fosse ormai sostituibile dalla metodologia tecnica, riducendo qualsiasi funzione sociale in condizioni subalterne alla propria. I tecnocrati finiscono così per identificarsi in una concezione politica lontana dall’ideale democratico, riconoscendola quale il proprio sistema totalizzante ove non vi è spazio per ascoltare e accogliere le reali esigenze della popolazione.

Per il tecnocrate non è l’ideale politico che conta per aderire a un partito, ma il programma elettorale che questo intende perseguire nell’immediato.

Come vedremo nel caso esposto nella Parte II, giunto alla politica il tecnocrate mette in primo piano il settore dei suoi interessi professionali, realizzando quelle finalità del programma elettorale che coincidono con gli interessi propri e della cerchia di potere alla quale egli appartiene.

Nella regione autonoma siciliana, ad esempio, dove l’espletamento dell’incarico di assessore regionale è simile a quello di un ministro nell’Italia continentale (e il ruolo del Governatore sembra riproporre quello di un proconsole dell’impero romano), i progetti di un tecnocrate che arrivi a ricoprire queste cariche sono abilmente confezionati e sostenuti finanziariamente e politicamente, in modo da essere difficilmente contrastabili dai membri dell’opposizione presenti nell’Assemblea Regionale. Infatti, investigare sulla reale fattibilità di un progetto, i costi e i ricavi, le problematiche che la sua realizzazione potrebbe comportare alle popolazioni e al territorio, necessitano di studi approfonditi e pareri tecnici di pari o superiore livello a quelli presentati dall’assessore-tecnocrate e dai suoi collaboratori. Ciò costituisce un limite all’attività dell’opposizione presentando costi insormontabili per i singoli politici e i piccoli partiti.

Una volta approvato e finanziato il progetto, saranno le varianti d’opera a costituire la possibilità di attuare cose inizialmente considerate secondarie rispetto a quelle programmate, così come altre emergenti da situazioni in gergo tecnico definite “impreviste e varie”. Queste possono assumere importanza solo in corso d’opera, facendo lievitare i costi rendendoli persino parte delle spese annuali di manutenzione, come nella ormai internazionalmente nota vicenda del progetto MOSE in corso di realizzazione nella laguna di Venezia. Tuttavia, è molto raro che i media si occupino di questi danni recati alle casse dello Stato, nel senso che i continui scandali costituiscono ormai una goccia d’acqua in un mare di sprechi.

La realtà è che da tempo in Sicilia, come in tutte le altre regioni europee, non esistono partiti di governo che non siano espressione di interessi privati finanziari, e che in essi vi sono personaggi aderenti a cordate politiche trasversali che la stegocrazia traveste momentaneamente da uomini della pioggia. Ogni tornata elettorale porta a un nuovo governo, come se si trattasse di una competizione genuina, democratica (per usare un termine mai andato oltre l’ideologia), con eletti e trombati anche per illudere, attenuandola, la sete di giustizia della popolazione, ma il percorso e gli spazi sono sempre gli stessi e coloro che costituiscono il vero potere, invisibile e innominabile, restano impuniti.

I tecnocrati di alto livello non figurano iscritti in alcuno degli elenchi che le comuni logge massoniche forniscono alle Istituzioni dello Stato preposte al loro controllo. Giunto il momento della promozione alla fascia tecnocratica superiore, essi presentano una lettera di dimissioni (in gergo, chiedono il permesso di essere collocati “in sonno”) indirizzata ad un addetto del vertice nazionale della famiglia massonica alla quale appartengono. In realtà, l’azione precede l’iscrizione agli elenchi segreti delle logge “coperte”, ovvero la loro promozione a uno status superiore.

Questa procedura fu istituita sin dall’indomani dell’Unità d’Italia, con la motivazione di fornire la necessaria riservatezza per non esporre ai profani i personaggi di spicco della società italiana presenti nella massoneria. Sarebbe stato difficile già a quel tempo, e lo è a tutt’oggi, spiegare al popolo cosa facessero nella stessa loggia, legati dai rapporti di fratellanza massonica, ovvero di reciproco aiuto che comprendono anche la rivelazione di segreti su indagini in corso, quei politici che le cronache giornalistiche descrivevano quali feroci nemici in continuo scontro al Parlamento, o la presenza di magistrati al fianco dei loro indagati, di poliziotti assieme a esponenti di associazioni criminali, di imprenditori e di funzionari che dovrebbero sorvegliare le loro opere.

Lo si tenga ben presente leggendo quanto segue nella Parte II.

Note

(1) – Così, i “migliori” sono chiamati a ricoprire ruoli superiori e potranno passare alle logge “coperte”. Viceversa, i nominativi e le vicende degli “indesiderati”, finiranno in un vero e proprio albo nero del potere stegocratico (in Sicilia, da oltre quarant’anni ogni vertice di un Assessorato Regionale tiene aggiornata una copia, mantenendola a disposizione dell’ufficio di Presidenza), destinati a rimanere al di fuori dell’amministrazione pubblica e dallo svolgimento di qualsiasi attività professionale privata a quella ricollegabile.

(2) – Alla morte di alcuni di questi personaggi che con successo avevano scalato gran parte della piramide, il sistema di potere procede all’attivazione di un protocollo mediatico che ha importanti finalità manipolatorie, diffondendo dichiarazioni rilasciate da un ben selezionato insieme di politici e burocrati di livello regionale, di volti noti del giornalismo e dello spettacolo, di comuni cittadini che magnificano la figura del defunto. Il fine è quello di provocare nella popolazione l’identificazione del personaggio con il potere visibile al vertice politico-amministrativo del quale faceva parte, accentuando quindi le qualità positive, e tacendo le immancabili azioni poco o affatto edificanti, quelle che il gergo popolare definisce “scheletri nell’armadio”.

Il partito, il governo, l’istituzione pubblica, l’Università, la famiglia, la comunità massonica di appartenenza: tutto ciò che può concorrere a esaltare e onorare la concezione, tutta borghese, di “uomo perbene”, di “fedele servitore dello Stato”, di “intellettuale celebrato dalle Istituzioni”, e così via di un modus vivendi che ha permesso l’elevazione al rango di appartenente alla “casta”, permettendogli di beneficiare di tutti i privilegi che questa si arroga, essendole sottoposte tutte le persone e le cose dello Stato.

(3) – il verbo dominare è qui inteso quale capacità di disporre di altri esseri viventi, condizionandone ogni attività che ne scandisce la vita, le libertà individuali tese al raggiungimento del benessere. Dominare comporta persino il potere di dare la morte fisica o sociale a coloro che cercano di contrastare questa situazione.

(4) – il vertice distaccato è una descrizione iniziatica diffusa in ambiente massonico sin dal Settecento, riportata in seguito anche nelle banconote statunitensi da un dollaro. La piramide tronca, ovvero con il vertice invisibile è invece una rappresentazione non ricorrente nel repertorio massonico, che trova origine nella simbologia iniziatica precoloniale del continente americano.

(5) – il termine è qui usato nella sua accezione rivelata nella dottrina Pitagorica.

(6) – nell’ordine naturale l’uomo rappresenta una specie appartenente al regno animale, a sua volta parte inscindibile di un Tutto. Ogni ideologia applicata rinnegando questa condizione è destinata a tristi conseguenze. Difatti, non rispettandone gli equilibri, la specie umana sta distruggendo ciò che le ha permesso di esistere nel mondo naturale.

(7) – da intendere quale un tassello di quello nazionale, a sua volta parte di sistemi superiori soprannazionali o transnazionali del Blocco Occidentale.

(8) – un gruppo di potere non può che operare all’interno della riproduzione magica della creazione del cosmo, e il suo dominus è una entità bifronte, magus e magister. Nel corso delle cerimonie e dei rituali lo stesso concetto vale nella capanna dell’uomo della medicina, nel tempio di tutte le religioni e nelle logge massoniche.

(9) – nel momento di rendere pubbliche le loro promesse essi erano non soltanto ben consapevoli di non poterle mantenere, ma anche del fatto che le elezioni oggi possono essere vinte solo da chi “sa spararla più grossa”, purchè sostenuto dalla risonanza mediatica. Cosa diversa sono invece gli impegni presi dai politici con i vertici del governo-ombra, che non ammettono sgarri e trovano sempre un modo per regolare i conti in modo drastico e spesso invisibile, in particolare se operato nei confronti di personaggi pubblici.

(10) – Un ulteriore dato utile alla comprensione di quanto a questo proposito accade nei paesi del Blocco Occidentale, consiste nel fatto che un gruppo di potere può essere formato e crescere a livello regionale solo se si attiene alle linee guida del vertice sopranazionale e sia da questo accettato. Una delle condizioni è che nel vertice del gruppo candidato siano presenti almeno alcuni elementi di solida militanza iniziatica, che lo rappresentino nelle massonerie. Inoltre, bisogna tenere sempre presente che la struttura piramidale del potere può esistere solo se la “massa” sia mantenuta in uno stato profano, ovvero in una condizione di profonda ignoranza sulla realtà della quale è parte fondamentale. 

(11) – Siamo qui nel campo dell’arte della manipolazione illusoria. Quel che viene rivelato alla popolazione riguarda solo elementi visibili del sistema. Si consideri l’esempio di una telecamera che mostra il movimento dei pezzi in gioco su una scacchiera, il loro sacrificio nel perseguimento delle tattiche, mantenendo su quelli l’attenzione del pubblico senza mai inquadrare, rivelare, la presenza e l’esistenza dei giocatori. Allo stesso modo, nulla trapela circa quanti costituiscono il vertice stegocratico, ovvero segreto, di una Nazione, i personaggi di grande potere che devono rimanere “invisibili”, ignoti, alle masse. E questo vale anche per quanto può emergere e essere reso noto dalle inchieste svolte dalla magistratura.

Da quel che si conosce si può presumere che il potere nazionale abbia in Sicilia un suo apparato di sottopotere regionale, costituito da vari gruppi, o Entità, che rappresentano la classe politica, gli alti dirigenti regionali, la magistratura, le banche e gli imprenditori, le gerarchie religiose e quelle militari, i servizi segreti e la criminalità organizzata. All’interno di questi gruppi regionali, che hanno i loro rappresentanti nelle logge massoniche superiori, il potere nazionale sceglie gli elementi che possano far parte sia del governo che del governo-ombra, legalità e illegalità quali aspetti della stessa medaglia.

La loro coesistenza esprime la concezione dualistica molto importante per gli iniziati, in quanto fondamentale per il mantenimento dell’armonia di ogni sistema, e quindi anche dello Stato. Per questo motivo legalità e illegalità sono entrambe rappresentate nelle logge superiori massoniche, alle quali è di fatto concesso uno status di neutralità territoriale. Nelle logge massoniche la dualità è rappresentata da diversi simboli, quali ad esempio le due colonne poste all’entrata del tempio e il pavimento a scacchiera con piastrelle alternate bianche e nere. Si ricordi che i simboli possiedono più livelli di lettura, e che la scacchiera che riproduce lo svolgimento delle vicende può essere interpretata anche quale la riproduzione della volta celeste sul piano terrestre, in definitiva una rete che esprime l’interdipendenza del Tutto.

(12) – in Floriana Buffon e Giulio Rubino in L’Espresso, 22 Gennaio 2018 “ La mafia è un modello da esportazione: così le cosche si sono radicate in Germania” http://espresso.repubblica.it/attualita72018/01/16/news/la-mafia-e-un-modello-da-esportazione-cosi-e-sbarcata-in-germania-1.317090

Pietro Villari, www.thereportersblog.com, 12 Settembre 2018, “Sicilia. Riflessioni sui recenti decessi di due dei migliori investigatori della polizia”. Trasferito su https://thereporterscorner.com il 19 Giugno 2020.

(13) – si rimanda agli articoli citati in nota 12.

(14) – si tratta di una vicenda di grande interesse che, a mio avviso, nonostante la messe di articoli pubblicati sui maggiori quotidiani regionali e nazionali, non è stata ancora pubblicamente rivelata nelle sue reali dimensioni e implicazioni di ordine sociale e politico.

Paolo Mondani, Report 12/11/2018, “L’apostolo dell’antimafia”  www.rai.it/dl/doc/1542125716276_apostolo_antimafia_report.pdf

 

 

Illusory manipulations and auction houses. The mechanism of transformation of modern imitations into precious antiquities.

Author: Pietro Villari, 2019. All Right Reserved.

Translated in English language from https://www.thereportersblog.com/2019/03/manipolazioni-illusorie-and.html and posted on thereporterblog.com  March 8, 2019. Since June 19, 2020 only available on thereporterscorner.com.  

--------------------

In the last two years I have dedicated part of the study activities (1) to the monitoring of sales carried out by various international
auction houses in the field of American pre-colonial antiquities. The existence of phenomena attributable to illusory manipulations has been highlighted, that is to say, of mental mechanisms that help orientate customer purchases, by making sure that the description of the lots, their origin, date and cultural attribution are accepted as realities. In some case it has also been possible to observe that modern artisanal imitations have been catalogued and sold as expensive artifacts from the past.

Here are presented some preliminary considerations about the sales mechanisms of these objects, also trying to focus the
motivations that push many merchants and collectors to buy them. In almost all of the sales, the total lack of valid documentation of the provenance of the lots and of the experiments conducted by qualified professionals in the sector was ascertained. These serious shortcomings do not stop the current period of market expansion, despite the strong suspicion, also manifested by eminent American academics dedicated to the study of falsifications of American prehistoric antiquities, that most of the artifacts on the international market and even in prestigious museum institutions are not authentic (2).

 

Introduction

The objects we deal with are currently produced by artisans moved by the great passion for working materials available in nature such as clay, stone, bone and metal, turning them into objects inspired by shapes and decorations created by American prehistoric populations. The bond of these artisans to their work is often based on a strong attraction to those cultures no longer existing, to the point that sometimes we can identify the craftsman’s “hand”, with this word meaning the set of constant peculiarities in their works. Most of them are mistakes, committed in the way of presenting myths and symbols in a key of unconscious revision, where their lack of in-depth studies is filled by fantasy and personal logical deductions (3).

The mistakes can also be of a technical nature such as, to cite the most frequent, the use of improper types of clays, synthetic or otherwise inappropriate paints and varnishes, substances and tools that leave traces of modern chemical and physical treatments to “antiquise” the surfaces, of modern machinery for processes of working stones unknown in the past, of the composition of metal alloys or metals whose impurities can be identified by analyzes as improper as often coming from other areas of the planet, to mention only the most frequent incongruities.

By identifying these inconsistencies, the expert can suspect the non-authenticity of the object and confirm it by submitting it to further laboratory analysis. Generally, these expenses are borne by the owner or the buyer only if the value of the object is estimated to be much higher.

The counterfeiting of American pre-colonial artifacts has been documented since the beginning of the nineteenth century, but since the 1960s, especially in Mexico and Peru, it has begun to take on worrisome dimensions (4). From the 1970s to today it has grown exponentially, coming to infest important public and private collections around the world, but it is in the United States that has reached the maximum expansion with tips that in some cases has been revealed can reach almost the totality of the exhibits. The same observation applies to the catalogs of major auction houses and antique galleries in the absence of adequate legislative regulation on the subject.

This phenomenon has hit Europe right from the beginning, presenting itself today in all its drama in the “old collections” put up for auction or in the materials recently produced, offered for sale by various auction houses in the total lack of no effective countering by the institutions responsible for combating fraud.

We must not forget that the falsifications have created a heavy damage to the nations that, like the United States, have set themselves the task of increasing public education through a strong expansion of the museum collections by granting tax benefits to those who donate objects of high scientific or artistic interest. It is thus guaranteed to deduct from the tax a substantial percentage of the value resulting from the examination conducted by State officials or private professionals on behalf of the museum institutions.

The operation proved to be a double-edged sword, favoring the establishment of criminal activities, to the point that today, decades after the donations, it is obvious the presence of very high percentages of fakes in many American museums. A party of rich and easy malfeasance for those belonging to power lobbies, through which it was possible to create criminal systems where corruption and connivance have been widely disseminated and covered at high levels. Artists, intermediaries, antique dealers, museum officials and lecturers of university institutes have concentrated in the consortiums the power to introduce authentic objects into museums and private collections, which have long been discovered smuggled by poor nations and at shockingly low prices.

But it is above all an immense quantity of falsifications, both artisanal and high-level artistic works that has invaded the nations of the Western Bloc, a business sector that evidently happened under the control of part of the Deep States network, with the epicenter of the United States. The powers that have managed this Deep Event are still today almost totally unknown, but in all probability constituted and organized in a similar way to the Italian ones (5).

This trade has fattened many bank accounts, probably also coming to alleviate the payment of taxes by major private bodies, with savings of millions of dollars. A similar phenomenon can be considered to have happened in Europe, or in those countries that had the same procedures of donation. The most striking fact, based on what emerges from the research, is the absolute lack of investigations carried out until the identification and punishment of the guilty parties, and their compensation to the tax authorities of the unpaid amounts.


The sources of supply for auction sales

There are three main ways through which modern imitations of American pre-colonial artifacts can reach auction houses:

– the large quantities of objects that the wholesalers buy directly from the artisans dedicated to these productions, and which subsequently distribute nationally or internationally to their sales network;

– art galleries and antique dealers which, through intermediaries or direct relationships, are supplied by highly specialized artists in counterfeits;

– collectors who, generally after several years from the purchase, have noticed that they have been defrauded and wish to dispose of the items without suffering losses or, not infrequently, to earn money by presenting them to the auction houses as authentic as described in the purchase invoices.

The first group can be distinguished artisans who have learned the trade working since they were young, in specialized workshops under the direction of a master, continuing their productions and inventing new ones, sometimes even devoting themselves to the study of pre-Columbian cultures and experimenting with new techniques and tools. work. Most of these “traditional” shops produce large quantities of manufactured articles, specializing in the processing of a certain material, generally to obtain ceramic, lithic, or precious metal objects. Almost always they circumscribe the production to the imitation of artifacts of the ancient cultures present in their region, being inspired by those present in the local collections and using the same raw materials of antiquity.

In general, we can distinguish artisans dedicated to the production of two types of commercial products. One is addressed to the touristic low-quality market, obtained with industrial materials, modern tools and techniques. These are the so-called souvenirs on sale, especially in the markets in kept close to areas of archaeological interest, that guarantee a low income for a poor survival. In the same workshop there is therefore an artisanal production of a higher quality, manufactured with techniques and materials similar to the originals, antiquing the surfaces with regional “recipes” invented and perfected over the last two hundred years. In the case of ceramics, together with the antique look they also reproduce the typical smell, which in the originals is due to the long permanence in the ground.

That of the artists is instead a separate caste, made up of characters often endowed with refined culture, genius, and great technical skills. They almost always work on commission, participating in the realization of projects of works that are not only outwardly perfect, but possess the evocative power of the symbol and myth belonging to the artistic expression of the prehistoric American populations. Each of these high-level artists acts on two fronts: a public one, releasing the regular invoice of his modern art works or remotely inspired by American pre-colonial or colonial artistic styles, and a parallel activity, not advertised and reserved to a few clients to whom the artist is bound by a mutual relationship of trust and professional secrecy that does not admit interference or betrayal. They possess expensive libraries and instruments, and thanks to their belonging to associations of power within which they find cover and connivance, they are able to obtain dossiers and confidential scientific publications that keep them in step with the research that attempts to contain counterfeits. They have thus the technical-scientific information useful to overcome not only the obstacles of the first stages of expertise, that of the connoisseur, of the art critic and of the academic expert, but also in the next steps, carried out by laboratory analyses. These are directed to establish the composition of each part of the object, the qualitative and quantitative, chemical and physical characteristics, which establish the antiquity, thus achieving the opinion of authenticity expressed by the best internationally renowned scholars.

Obviously, the artifacts coming from these two branches of production of the system, artisans and artists, correspond to different commercial values: from the few dollars for the production reserved for the tourist market, to the tens of thousands of dollars paid to the artist, including for the latter also the surplus consisting of the uniqueness of the object and the guarantee of silence.
A different topic is that of imitations that after being placed in important private collections as authentic, and from these sometimes lent for exhibitions in public institutions. In the vast majority these collections have a relatively short “life”, being formed and sold within a period of between sixty and ten years. Once the collecting activity has ceased, the imitations originally acquired as authentic can be inherited by third parties or be subject to testamentary sales to cover the succession expenses or, as in the case of legacies to philanthropic institutions, to finance the activities. Many objects are acquired by collectors through the work of intermediaries or antique dealers to whom they are commissioned.

A phenomenon that can occur in these steps is that, even if there are doubts about the authenticity, it is the practice of continuing to maintain the original status until proven otherwise, avoiding compromising the reputation of the characters involved in the story over time. From an investigative point of view, it is very difficult to demonstrate the presence of “conspiracy of silence” episodes, behavioral practices within professional categories and collector families, a form of corporate protection that involves high social classes and the credibility of the collecting system of high level, its market niche and the significant financial investments at stake.

In the collections belonging to the middle class, we often notice a “logic” of preparation that reveals the interests of their owners in the artistic field, a form of collecting understood as a way of “initiation” to esotericism, religious conceptions and American pre-colonial shamanic practices. It is a collecting that involves purchases of very coveted artistic objects, where the percentage of buying counterfeits is very high. In these cases, the percentages of non-authentic objects in testamentary legacies are very variable, depending on the degree of perception and knowledge of the owner, his sources of supply and the technical-scientific preparation of the experts consulted before the purchase of each individual object.
By monitoring the system it was possible to hypothesize how, frequently, what is delivered to the Dutch auction houses, which together with the French ones are among the most active in Europe in the sales of American pre-colonial objects, represents the difference between the private sale of collections described above. The thesis is that after separating the authentic finds by assigning them to private negotiations, the falsifications able to “pass” or make the “on sight” experiments very difficult are generally delivered to auction houses with medium-sized international clientele, maintaining the description and the declarations of genuineness issued at the time of purchase by other auction houses or antique dealers, and taking care to accompany them to other lots of authentic findings but of modest commercial value.

The group of imitations where it is aesthetically evident the non-authenticity is delivered to those auction houses that devote even less care in appraising the lots received in commission, presenting it together with the scraps of genuine finds (e.g. fragmentary vessels or with extensive restoration interventions or pictorial remakes with “enrichments”, fragments of statuettes). Other finds of evident fanciful creation dating back to the course of the nineteenth or early twentieth centuries are offered, following the auction terminology specified in each catalogue, as “ancient” where the dating is not specified.

Recently, there is also the appearance of a more complex mechanism, able to create sources of provenance, using figureheads on which to discharge the responsibilities that entail criminal convictions and compensation for economic damages. In this case it is generally used imitations of recent production, which are introduced into the market through modest and notorious Dutch, French, British and US auction houses, at very low prices, accompanied by purchase receipts where unspecified origins are provided, false declarations of ancient possession, or of ancient purchases made in certain Latin American countries by collectors and antique dealers also bearing the relative date of the object and prehistoric culture of belonging. In this first phase of the mechanism they are purchased at auction by small retailers belonging to different European nationalities (it is not known if in some cases the same subjects are who “wash” their finds imported from the American continent). What caught my attention, pushing me to start the research is the fact that a few weeks later the same findings, with a timing that leaves little doubt, were offered at another auction house now known internationally. In accepting the lots, the “experts” (6) of this auction house also kept the descriptions of the findings and provenances provided by the previous auction house, ensuring that they checked the documentation certifying the legal possession of the finds by of the seller. Purchased by other merchants, these items coming from multiple ownership steps can be resold as authentic by raising the new owner from criminal liability in the case of complaints.

Ultimately, in Dutch auction houses, “precols” (7) often have a pleasant and interesting appearance for the neophytes that make up the majority of visitors, but which the expert identifies at first sight as imitations. On the other hand, in order to make the whole offered, the fakes are always few compared to the genuine objects but of little value, fragmented or restored, sometimes presenting also “pastiche” (8).

If it seems likely that part of the clientele of the auction houses is composed of small borderline merchants, who see in the system a possibility of obtaining easy money, it must be admitted that most of the customers are insufficiently prepared for purchase, considering the auction houses as institutions all equally reliable, guarantors of descriptions accompanying each lot and their assessments of market value. Unfortunately, in these cases the reality can be completely different and, in giving faith, the client enters an environment where there may also be illusory manipulations.

The manipulation is not based only on the use of appraisals performed by the staff of the auction houses having no professional qualifications, such as degree and specialization in the archaeological field and of a valid experience and studies on counterfeits. Indeed, it is undeniable that the elegance and richness of the exhibition environment, the refined illustrations of the catalogues, the presence of customers belonging to medium-high social ranks, in some cases also the appearance and the ceremonials of the staff responsible for providing information about the lots on sale, the skill of the auction beater in presenting the presumed qualities of the lots, constitute a convincing set of excellence that undoubtedly contributes to the formulation of an image of reliability of the auction houses. An endorsement of an elitist nature that certainly stimulates the purchase of incompetents in the matter and influences the decision to invest in peace and with success a few hundred or thousands of euros for the purchase of antiquities of much greater value.

Years later, when buyers in good faith or more often their heirs discover the fraud suffered, they can try to get rid of their fakes through merchants and auction houses, thus perpetuating the scheme of fraud and “conspiracy of silence”. But we must admit that some of the objects identified as fakes by the owners are held in the family or donated to third parties as mere imitations or destroyed (9).

It has been possible to observe that in the presence of art objects accompanied by declared but often undocumented origins (such as important auction houses, collections belonging to well-known personalities and exhibitions at prestigious university museums), the market reacts with the purchase at prices far higher. The increase in value is determined by a sort of excellent story of the object, which makes it a historical evidence, an heirloom of the “great family of collectors” of American pre-colonial antiquities. It is evident here how manipulation works by evaluating the object according to its recent history, where the buyer accepts it as a valuable and celebrative element, a rather common act in the antiquarian tradition.


Illusory manipulation, collecting American antiquities and financial investments

In the United States, since the second half of the last century collecting American prehistoric artifacts has been a rather common social-cultural phenomenon in the families belonging to the middle and upper classes. A fact that strikes those who for the first time browse the US catalogues of auction houses of pre-Columbian antiquities is the almost constant presence constituting the majority, of names of Jewish origin of collectors from which the lots come, usually after their death.

In this case, especially when the authenticity is doubtful, the illusory manipulation shows its power also acting at the ethnic-religious level. For the believer, welcoming these objects by purchasing them is also an act of continuation of an essential form of the previous owners, with beneficial effects for the new owner. In fact, it is implied that the object possessed, even if not ancient, but collected and loved by the previous owners contains part of their spiritual qualities, being well-known characters also for what is positive done within their community and in observance of the religious precepts (10).  

The problem is significant because it is a community that has a great influence on the political and economic-financial level, not only in the United States, but also on an international level. That’s including the great majority of all the power components of the Western bloc’s antiquarian market, and the field of scientific studies pertaining to the trade, smuggling and counterfeiting of antiquities. As a consequence, all this can contribute to determining strong market conditions and to protect the large investments belonging to that community. In such a situation the suspicion is growing, supported only by bizarre but numerous coincidences, that membership of families of Jewish origin and belonging to the major Masonic brotherhoods are now essential requirements to pave the way for professional careers, public and private, even at prestigious Anglo-Saxon academic institutions, and that this is becoming a trend that is starting to expand also in other European areas. This plays heavily in favor of a popular intolerance and one should not underestimate the damaging effects of the arrogance exercised by the dominant power system, in its progress of consolidation both in the state apparatus and in the Deep States network of the Western Bloc.

In conclusion, the control of every socio-economic and cultural aspect of populations through pyramidal structured apparatuses in a network of transnational powers, is one of the emergencies of criminological interest that are manifesting with increasing intensity in the last decades and that thanks to the maintenance of other crisis situations, are obscured by the media (11). The antiquities sales sector carried out through the auction houses, suffers from issues that occur in the peripheral area of ​​this phenomenon. It is evident the necessity to make substantial changes in the legislative regulation of these sales, above all in relation to the provenance of the products, their expertise, and the responsibilities that the auction houses should be obliged to take both in civil and criminal matters, trying to close any possibility to the now secular perpetuation of fraud.


Footnotes

1 – research carried out at the Archaeological Center, a private institution based in the Netherlands that I run since January 1996. In 2013, the center starts to be also involved in the publication of monographs dedicated to studies in the field of imitations and reproductions of antiquities. The private structure allows to undertake studies without having to ask for permits and funds to academic hierarchies and make it fully free to collaborate with investigative professionals. Autonomy is also fundamental for freedom of expression, as the results are often noticeable by the involvement of personalities belonging to public institutional hierarchies in complex events of criminal interest. Relevant details as well as the behavior of the auction houses and the authenticity of the artifacts for sale, can eventually be filed after the conclusion of the monitoring period.


2 – It is eloquent what has been declared by two of the highest authorities in pre-Columbian art: Karen Olsen Bruhns & Nancy L. Kelker, on March 13, 2011 (updated in July 2015), in “ArtiFact or ArtiFake? The problem of forgeries in Mesoamerican Art“, we read:

Based on our own observations and analysis of museum collection donations to which we have had access, as well as auction listings, we estimate that at this moment, a conservative estimate of the percentage of forgeries on sale or bought (and ultimately donated) within, say, the past 30 to 50 years, is about 85% and growing exponentially. Entire auctions at prestigious houses and galleries and museum exhibitions often push the 100% forgery mark.

www.mexicolore.co.uk/aztecs/home/mexicos-faked-prehistory

read also: Kinsella Eileen, July 7, 2017, “A Staggering 96% of the Artifacts in San Francisco’s Mexican Museum May Be Fake “  https://news.artnet.com/art-world/mexican-museums-artifacts-mostly-fake-1016198

 

– in this regard, see the first chapter of Villari P., 2013, Guida alle recenti riproduzioni italiane di ceramiche archeologiche, volume I, Archaeological Center, 2013.

 

4 – illuminating the article by Kirstin Fawcett of September 18, 2017, “Brigido Lara, the Artist Whose Pre-Colombian Fakes Fooled Museums Around the World” where summarizes the decade-long activity of a Mexican counterfeiter and restorer, ended with his arrest in 1974. Later, he declared to use primitive tools produced by him and clays from the same supply areas used in antiquity. In addition, he revealed the composition used to “antiquate” the surfaces of his works, including the following ingredients: cement, lime, warm water and urine, sealing everything with a mixture of beeswax and powdery dirt.

www.mentalfloss.com/article/93179/brigido-lara-artist-whose-pre-columbian-fakes-fooled-museums-around-world

 

– the problem has been object of study in this blog, read: “Transnational operational structures and the supranational Deep States network. A criminologist in the Ark of Noah” published July 30, 2018 on thereportersblog.com Since June 19, 2020 only available on: 

https://www.thereporterscorner.com/2018/07/transnational-operational-structures-and.html

 

6 – although defined as “experts” in online catalogues, it is not clear what this definition refers to, since it has been possible to note that, in some cases, they not only do not possess post-graduate degrees, but are also not graduated, that make each of their appraisals credible. In one case, it has been possible to discover that the title “Dr.” was referred to the achievement of a PhD in Economics …

 

7 – In the commercial sect of antiquities, the term “precol” refers to items manufactured by American pre-colonial populations.

 

– with the French term “pastiche” an object is defined composed of fragments of two or more original artifacts, sometimes with large missing parts integrated by restorations, including painted and other decorative applications. In the great majority they are real counterfeits, which have nothing to do with modern works where the fragment is only a decorative part (for example the works of Gaudì, covered with enameled ceramic fragments or porcelains belonging to various ages and areas of provenance).

 

9 – I also came across opposite situations. Among these I remember the graceful example of munekas, a band of polychrome fabric dolls and finely decorated, typical of a Peruvian prehistoric culture. I found it in a second-hand gift shop, framed as a modern decorative object. The selling price was equivalent to a coffee consumed at the bar, a thousand times lower than its market value.

 

10 – For the origins of this belief read on this blog: “Commercio di crani umani, collezionismo scientifico e rituali necromantici. È iniziata la ‘gold rush’ nelle aree cimiteriali europee di età moderna?” published on thereportersblog.com on February 15th 2019, note 3, retreat on June 16, 2020 and re-posted in this blog on June 19, 2020.

 

11 – refer to note 5.

Archaeological Centre-Villari Archive: pubblicazioni scientifiche

In questa sezione è presentata una selezione di pubblicazioni scientifiche di Pietro Villari (monografie, articoli editi da riviste speciali...